Catà&Zaro

L’ASSOCIAZIONE VECCHI GIOVANI E IL TEATRO IN PERIFERIA

Da novembre partono i laboratori teatrali per bambini e adolescenti nella sede del quartiere Corvo
Il presidente Maurizio Gemelli: “Una valida alternativa per contrastare la frammentazione sociale”
Oltre che per prevenire forme di disagio e devianza giovanile, il teatro in periferia è uno degli strumenti culturali più efficaci per ricucire gli strappi nelle relazioni sociali. Per (ri)connettere e allenare gli abitanti di quartiere alla vita di comunità. Concetti che l’associazione culturale “Vecchi Giovani” ha posto come premesse di un lavoro che porta avanti da più di trent’anni in una zona marginale della città di Catanzaro denominata Corvo. Qui la necessità impellente è offrire ai ragazzi e alle famiglie un’alternativa valida al richiamo dell’isolamento, della noia e all’esodo giornaliero nei quartieri più attrattivi.
Riuscire a ottenere la loro partecipazione è l’obiettivo primario per segnare un cambio di passo rispetto all’imperante frammentazione sociale come spiega Maurizio Gemelli, presidente del sodalizio fondato nel 1992 da un gruppo di amici accomunati dalla passione per la recitazione. Un fuoco che avevano tenuto vivo a partire dalla metà degli anni Settanta realizzando progetti e collaborazioni con esponenti di spicco come Pino Michienzi, Lillo Zingaropoli, Enzo Corea e Nino Gemelli.
“Reclutare i giovani in questo contesto non è facile – spiega Gemelli. C’è una certa resistenza rispetto a quanto avviene con le attività sportive e ludiche. Si avverte che non c’è molta confidenza con il teatro come accade, invece, nel centro cittadino”. Un’impresa complicata, ma non impossibile se si riesce a stuzzicare l’attenzione dei più piccoli sulla possibilità di esprimere le proprie abilità artistiche. Il claim usato per lanciare le attività è a tutti gli effetti una frase motivazionale: “Fai uscire il tuo talento”. Come i promotori dell’iniziativa hanno più volte ribadito nelle aule scolastiche, alle famiglie, sui social network.
Per poter accedere alle attività laboratoriali è prevista una selezione a cui è stato dedicato tutto il mese di ottobre con due sedute settimanali, martedì e giovedì. Il teatro diventa un gioco che mette alla prova bambini e adolescenti (la fascia d’età va dai 4 ai 18 anni).
I laboratori prenderanno il via nel mese di novembre e si svolgeranno due volte a settimana in orari pomeridiani. Il programma comprende le esercitazioni per prendere confidenza con il palcoscenico, per allenare la concentrazione e le lezioni sul linguaggio del corpo e le tecniche di respirazione. Si punta a stimolare l’improvvisazione, l’espressività e la fiducia di sé. Tutte fasi da affrontare prima di prendere un copione in mano e avere un ruolo nel saggio di fine anno.
“Riusciamo a dare continuità al lavoro per almeno 3 o 4 anni ma ci piacerebbe riuscire a mettere i ragazzi nelle condizioni di proseguire anche oltre. Abbiamo avuto un’esperienza entusiasmante con un gruppo che abbiamo seguito dal 2004 al 2022” racconta Maurizio Gemelli con un riferimento anche alle attività collaterali alle lezioni, come le visite guidate nel centro storico della città alla scoperta dei rioni più caratteristici tra cui Zingarello e Vallotta. Non è un caso che guardando indietro nel tempo, si ricorda che l’associazione Vecchi Giovani abbia puntato alla salvaguardia dell’identità linguistica attraverso le commedie in vernacolo portate in giro per molte piazze della Calabria in un costante e stretto dialogo con il territorio. Quella professata è sempre stata l’idea di un teatro sociale e di comunità: “Dal 1999 al 2016 abbiamo iniziato un percorso con l’Istituto penale minorile per contribuire a contrastare il disagio giovanile. Anche adesso gli ospiti vengono coinvolti nei nostri laboratori” aggiunge Gemelli.
Un altro intervento sul contesto sociale attraverso il teatro ha riguardato un progetto riguardo l’integrazione delle minoranze etniche e la dispersione scolastica negli Istituti Comprensivi Mattia Preti e Casalinuovo che hanno sede in due quartieri limitrofi a quello del Corvo.
In periferia il teatro è un luogo dove imparare qualcosa di se stessi, dell’altro e del mondo: “Tenere i laboratori di teatro significa dare ai ragazzi – conclude il presidente dell’associazione – un motivo per vivere questo spazio, per arrestare un lento processo di invecchiamento che ne ha cambiato il volto negli ultimi anni, per sentirsi parte di un progetto, per mettere in comunicazione la dimensione individuale a quella collettiva”.
Rosita Mercatante per Catà&Zaro

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